Elettrico ed elettronico
La storia della Zanussi (vedi https://www.inheritage.it/it/scheda/archivio-zanussi-electrolux.htm) non rappresenta solo un’importante pagina della storia del mondo imprenditoriale e dello sviluppo industriale italiani. Essa, infatti, trova particolare collocazione e significato anche nell’ambito di contesti molto più ampi, di quel processo di trasformazione che alla fine degli anni Cinquanta vide l’Italia divenire un paese industriale. Fu una grandissima trasformazione e che non riguardò solo il modo di produrre, ma anche il modo di vivere e di pensare delle persone. Essa segnò per l’Italia il passaggio da un paese con consumi ridotti al minimo, e non solo per i ceti popolari, ma anche per parte del ceto medio, ad una società dei consumi di massa. Con la stessa produzione e distribuzione di elettrodomestici nelle case di migliaia e migliaia di italiani, la Zanussi contribuiva a modificare profondamente stili di vita famigliari, consentiva importanti e radicali mutamenti nell’organizzazione del lavoro domestico, e in particolare, quindi di quello femminile. Oltre che sul piano nazionale, l’azienda ebbe un fortissimo impatto anche in ambito locale. Nell’area pordenonese, essa rappresentò il volano dello sviluppo non solo economico ma anche sociale e culturale. Basterà dire che moltissimi lavoratori provenienti dalla campagna furono progressivamente assorbiti nella sua dimensione di grande fabbrica, e pertanto proiettati in una realtà che rappresentava la modernità per eccellenza. La capacità di attrazione dell’azienda fu molto forte soprattutto tra i contadini più giovani per i quali il posto in fabbrica significava non solo l’opportunità di fare un altro tipo di lavoro, ma anche di accedere a consumi e partecipare a stili di vita inimmaginabili per le generazioni precedenti.
Tra le altre aziende del settore nate e sviluppatesi in Friuli, un posto di particolare rilievo è occupato dalla Solari per la sua produzione d’eccellenza nel campo dell’orologeria industriale. La sua storia ebbe inizio già nei primi anni del Settecento in Val Pesarina, una delle sette valli della Carnia, dove fin dal secolo XVII operavano ingegnosi artigiani produttori di un particolare orologio a pendolo. Il primo stabilimento per la costruzione di orologi da torre nacque nel 1725 a Pesariis, attuale frazione del Comune di Prato Carnico, per iniziativa della Ditta Fratelli Solari. In costante sviluppo, l’azienda conobbe un importante momento di svolta nel 1947 con la nascita di una nuova società, la “Fabbrica Orologeria Industriale - Remigio Solari &c.”, con sede a Udine. Grazie ad alcuni importanti invenzioni di Remigio Solari, prima tra tutte quella dell’orologio a palette, e alla gestione aziendale del fratello Fermo, a partire dalla fine degli anni Quaranta, l’impresa crebbe molto velocemente, divenendo un’azienda leader nel settore dei teleindicatori e nello sviluppo di moderni sistemi di informazione al pubblico, in strutture quali, ad esempio, stazioni ferroviarie e aeroporti. Conclusasi l’era della famiglia Solari, per un trentennio la società venne controllata da capitali provenienti da gruppi industriali italiani. Nel 1994 le redini dell’azienda tornarono ad un imprenditore locale, Massimo Paniccia, sotto la cui guida, nel giro di pochi anni, la Solari Spa di Udine si afferma nuovamente come azienda leader puntando sulle sue tradizionali vocazioni imprenditoriali – innovazione, tecnologie d’avanguardia, sviluppo internazionale –. Accanto all’evoluzione dell'orologeria industriale, la diversificazione produttiva la vede oggi offrire una vasta gamma di soluzioni per la visualizzazione delle informazioni al pubblico.